Mosca è il nome comune con cui si indica un generico insetto dell’ordine dei Ditteri. Per antonomasia si associa il nome di mosca alla “mosca domestica” (Musca domestica), dittero cosmopolita e ubiquitario, comune in tutti gli ambienti frequentati dall’Uomo, aperti o chiusi. La stretta relazione di commensalismo che lega la mosca domestica all’uomo ne rende familiare sia l’aspetto esteriore sia il comportamento. Per estensione si tende spesso ad associare il termine “mosca” a qualsiasi dittero che più o meno vagamente possa ricordare la mosca domestica nel comportamento e, soprattutto, nell’aspetto. In questi casi il termine è, a rigore, sinonimo di “dittero muscoide” e fa riferimento ad un qualsiasi dittero che nell’immediata percezione non è riconducibile ad una zanzara o ad un moscerino o che, comunque, non presenta particolari specificità morfologiche.
AI di là del fastidio arrecato dagli adulti, la mosca è, con ogni probabilità, il principale vettore di malattie di ogni tipo. Una mosca è in grado di trasportare sino a 26 milioni di batteri sulle zampe e sull’apparato boccale, trasmettendoli per contatto diretto 0 per rigurgito della saliva contaminata o, infine, attraverso le proprie feci; di macchie fecali l’insetto ne produce 25-50 al giorno.
La mosca comune depone le uova nei più diversi substrati costituiti da materiale organico in disfacimento o in fermentazione, sia di origine animale che Vegetale. Raramente infesta carni o carogne, substrati tipici questi, come vedremo, della mosca carnaria.
Nelle zone rurali è il letame il substrato elettivo dei focolai larvali. Tutti gli accumuli di letame di qualsiasi animale domestico, uccelli compresi, sono focolai potenziali per la mosca che però ha delle preferenze che variano con l’area geografica, il clima ed il nutrimento del bestiame.
Nelle aree urbane invece sono i rifiuti alimentari responsabili della gran parte dei focolai. Questi rifiuti possono essere domestici e industriali (lavo- razione e stoccaggio del cibo) o provenienti da attività commerciali quali mercati o negozi. Anche il suolo misto a piccole quantità di rifiuti o impregnato di liquidi organici (latte, sangue) può costituire un focolaio larvale. In particolare, i rifiuti industriali sono un pericolo soprattutto in zona periurbana, quando i residui della lavorazione di birrerie, zuccherifici, distillerie, caseifici, oleifici, macelli ed in generale della lavorazione di carni e pesci, o di prodotti agricoli, non vengano smaltiti a termini di legge.
Le mosche, sia maschi che femmine, possono sopravvivere semplicemente assumendo acqua e zuccheri o altri carboidrati assimilabili; le femmine però hanno bisogno di aminoacidi per lo sviluppo delle uova. La ricerca del cibo avviene soprattutto con voli esplorativi guidati dall’attrazione visiva.
Sono questi i motivi per cui la mosca viene ritenuta, a ragione, un pericoloso insetto. Quindi è evidente che si deve impedire che “abiti” con noi.
Tra le varie specie di mosche appartenenti all’Ordine dei Ditteri, la mosca domestica (Musca domestica) si ritrova negli ambienti civili. Le caratteristiche che hanno fatto di questo insetto il nemico numero uno per la nostra salute possono essere riassunte come segue:
La mosca domestica è un potenziale, e spesso importante, agente per la trasmissione di infezioni enteriche, quali dissenterie, diarree infantili, febbri tifoidi, colera, e altre malattie infettive, come l’epatite virale, o parassitarie come alcune elmintiasi. È stato ipotizzato un suo ruolo secondario anche nella trasmissione della lebbra, della poliomielite e di alcune infezioni tropi- cali della pelle e degli occhi.
Le mosche vengono in contatto con substrati infetti (feci, escreti, ecc.) e contaminano meccanicamente il cibo e gli utensili dell’uomo trasportandovi dei patogeni.
Tra le malattie trasmesse dalle mosche vanno ricordate:
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