Si riconosce per la sua tipica forma affusolata, con la parte finale dell’addome gialla e per il tipico volo con le zampe posteriori distese. Di dimensioni comprese tra 1 cm e 1,8 cm.
Le guance sono gialle, così come il clipeo, talvolta però con una o due macchie nere mediane. Le mandibole sono nere. La parte ventrale dell’ultimo urosterno è gialla.
La si può trovare in tutti i luoghi aperti e caldi, anche nelle aree urbane, tra aprile e ottobre. I nidi sono situati generalmente su costruzioni e manufatti umani, in ambienti riparati ma esposti al sole, come tegole, teloni di plastica o dentro tubi di ferro. Le celle del nido sono esagonali e disposte su un solo favo senza l’involucro di copertura. Le colonie possono contare, generalmente intorno a luglio-agosto, di circa un centinaio di individui adulti, anche se non ve ne sono mai più di 20-30 contemporaneamente sul nido a causa del loro incessante lavoro che ne provoca una morte “precoce”.
Come vespa ha un indice di aggressività medio-basso risultando pericolosa solo se si è in prossimità del nido a meno di un metro.
Il ciclo inizia in primavera, tra la fine di marzo e gli inizi di aprile, quando una femmina fondatrice fecondata inizia a creare un nido, composto da un peduncolo ricavato da legno masticato e mescolato con saliva, e una serie di celle esagonali costruite su di esso. In ognuna di esse depone un uovo e continua i lavori di ampliamento del nido.
Quando le larve nascono, la vespa fondatrice si occuperà di nutrirle. Può capitare che i nidi appena iniziati possano avere più femmine fecondate che cooperano tra di loro, ma solo una femmina detta dominante deporrà le uova e costituirà una “scala gerarchica”. La gerarchia si costruisce mediante comportamenti quasi violenti che la dominante attua nei confronti delle subordinate. Le subordinate adotteranno comportamenti da operaie e subiranno una regressione ovarica, che nel caso di morte precoce della regina si riformeranno. Nella scala gerarchica quindi c’è una vespa definita “beta”, che è la diretta successore della vespa “alfa”.
Recenti studi sembrano dimostrare che il fatto di poter avere una vespa “alfa” e altre vespe “beta”, o ausiliarie, sia un fattore che influenzi la vita nella colonia, soprattutto nel caso di decesso della regina, portando così alla ricostituzione di una scala gerarchica perché alle vespe beta si riformeranno gli ovari diventando potenziali regine che possono anche dissociarsi dalla colonia e fondarne un’altra (fondazione tardiva).
Dopo circa 10- 15 giorni dalla nascita delle larve, esse stesse, ormai grosse, occupano tutta la cella. Iniziano così a tessere un filo di seta per formare un opercolo che chiuderà l’imboccatura della cella. Dopo circa 2 settimane, intorno a fine maggio, riemergeranno come vespe operaie, che si dedicheranno all’ampliamento del nido, difenderlo e al nutrimento delle larve.
Intorno a luglio-agosto la colonia è al massimo dell’espansione e generalmente la regina muore lasciando però un nutrito numero di uova e larve che diverranno maschi e future fondatrici.
Le nuove femmine nate hanno quindi la possibilità di sviluppare ovari, per cui essere fecondabili e diventare nuove fondatrici.
I maschi, dove alcuni di loro hanno già sfarfallato, avranno il compito di difendere il nido mentre le operaie procacceranno nutrimento per allevare i nuovi nati. È il periodo di massima aggressività.
In autunno quando poi progressivamente le operaie e i maschi, dopo essersi accoppiati, muoiono, le nuove fondatrici andranno in diapausa aspettando la primavera.
Nel nostro territorio sono piuttosto comuni altre due specie di vespe appartenenti al genere Polistes.
Si riconosce per il clipeo, la parte anteriore del capo, giallo con una banda nera centrale. Le guance sono generalmente gialle e l’ultimo urosterno, il segmento ventrale dell’addome, è nero o con una macchia rossa apicale.
Il nido è grigio sporco e cartaceo e al tatto da una sensazione di ruvido.
Come polistes dominula tende a nidificare in zone urbanizzate, in particolare in travi, sottotetti e simili.
Il ciclo vitale è simile a P.dominula.
P.gallicus, tendenzialmente più piccola rispetto le altre Polistes, è riconoscibile dal colore nero dell’ultimo urosterno e delle guance. La parte dorsale delle antenne è prevalentemente chiara. Su ogni mandibola presenta una macchia gialla.
Il ciclo vitale è simile a quello di P.dominula ma la presenza di più regine è rara. Inoltre, tende a nidificare in luoghi più esposti come cespugli o erba alta anche se è comune trovarla in ambienti urbanizzati con disponibilità di giardini come villette o vecchie cascine adibite a condomini.
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