Comunemente chiamato calabrone, è la più grande delle vespe europee, raggiungendo dimensioni di 3,5 cm e talvolta fino a 5cm. Addome squadrato anteriormente e a punta posteriormente. Mandibole grosse e zampe piuttosto lunghe. Presenta una colorazione tipica gialla e nera con testa e parte di addome e zampe rosso-ruggine.
È prevalentemente carnivoro ma attratto da sostanze zuccherine come nettare o polpa di frutto.
Colloca i nidi in cavità naturali o artificiali come solai, soffitte, muri vecchi, e raramente in cavità sotterranee.
Le cellette sono esagonali disposte in più favi sovrapposti discoidali. C’è poi un involucro sferoidale che racchiude i favi. L’entrata del nido è in basso. Alla fine del ciclo le dimensioni possono anche superare i 60 cm di altezza e 30 cm di diametro.
In agosto-settembre la colonia può avere circa un centinaio di esemplari.
Tendenzialmente non è una vespa aggressiva e tende a fuggire o volare intorno a qualcosa, compreso l’uomo, per “curiosità”, ma se vicini al nido ad una distanza inferiore ai 5 metri attaccano per difesa.
In primavera, una fondatrice di vespa crabro incomincia a costruire alcune cellette in un luogo riparato deponendo le prime uova che accudirà e dopo circa 5-8 giorni diventeranno larve.
Le larve dopo 2-3 settimane occupano tutto il volume della propria cella finchè non si trasformeranno in pupa, creando un tappo sericeo.
Dopo un altro paio di settimane emergono come vespe adulte operaie che si dedicheranno alla cura della colonia, compito che la fondatrice progressivamente perde dedicandosi alla deposizione delle uova e alla ricerca di larve intruse.
Durante l’estate la colonia continua a crescere e la regina depone sempre più un numero maggiore di uova. Sul finire dell’estate e all’inizio dell’autunno la regina finisce di deporre le uova, inoltre, l’ultima covata non darà vita alle operaie ma a maschi e femmine fondatrici in grado di accoppiarsi a causa del minor feromone di dominanza rilasciato dalla regina. A settembre dunque incomincia il declino del nido ed ogni femmina fecondabile si accoppia con un maschio, preferibilmente di un’altra colonia.
Operaie e maschi non supereranno l’inverno, sorte destinata anche alla vecchia regina che nel frattempo abbandona il nido per morire di “vecchiaia” agli inizi d’autunno.
Le future fondatrici accumulano grassi e zuccheri per potersi ibernare e fondare una nuova colonia in primavera.
Le punture di vespa possono essere letali per persone allergiche al veleno contenuto nel pungiglione. Questa reazione allergica è nota come shock anafilattico e anche persone che sono state punte più volte hanno sviluppato una certa sensibilità e sono maggiormente a rischio da questa reazione sistemica.
Per chi non è allergico, la puntura crea comunque disagi come dolore, gonfiore e prurito. Si consiglia sempre di consultare un medico in ogni caso.
Generalmente le vespe sono più aggressive in primavera ed estate perché sono impegnate a cercare cibo per le larve e ad ampliare il nido e difenderlo. La soglia di aggressività è per cui molto facile da superare, e “sapendo” che possono pungere più volte senza morire, utilizzano la puntura come mezzo di difesa. È perciò consigliabile non farsi prendere dal panico se si è in prossimità di un esemplare.
Colori vivaci e profumi intensi e dolci sono attrattivi potentissimi nei loro confronti, per cui meglio non vestirsi a festa per una gita in campagna!
Se siete all’aperto per un pic nic, bibite zuccherate e cibi come la frutta, specialmente matura, è meglio non lasciarli aperti, per le prime, o non coperte, per le seconde, inoltre, sempre meglio lavarsi le mani dopo aver mangiato questi alimenti perché i profumi permangono sulla pelle e loro potrebbero percepirli!
Un ultimo consiglio… meglio non schiacciarle! Quando si sentono minacciate le vespe, come anche le api, rilasciano dei feromoni di “pericolo” che richiamano gli altri individui della colonia e ciò potrebbe causare un attacco da parte di più esemplari.
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