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Lotta chimica

Esistono diversi metodi di lotta chimica alle mosche, sia rivolti contro le larve che contro gli adulti. Tutti impiegano insetticidi appartenenti a differenti categorie, quali esteri fosforici, carbammati e derivati di sintesi del piretro.

Indice dei contenuti

Larvicidi

In teoria il trattamento dei focolai larvali dovrebbe essere il sistema di lotta chimica più logico e più semplice, mentre in pratica presenta numerosi problemi. Innanzitutto, il materiale dei focolai si accumula costantemente e quindi richiede continui trattamenti. Spesso, inoltre, la penetrazione e la distribuzione dell’insetticida nel substrato non avviene in maniera omogenea. Infine l’uso dei larvicidi può favorire un rapido sviluppo della resistenza.

Superato l’uso dei clororganici (DDT, lindano, dieldrina) oggi gli insetticidi adoperati in lotta antilarvale sono soprattutto esteri-fosforici mentre i piretroidi, nonostante sia provata la loro grande efficacia sugli stadi larvali, vengono impiegati soprattutto nella lotta contro le alate per evitare un rapido insorgere della resistenza. In questi ultimi anni ha dato buoni risultati anche l’impiego di regolatori della crescita degli insetti, quali il diflubenzuron e la ciromazina, prodotti a bassa tossicità per l’uomo ed i vertebrati, | più comuni larvicidi vengono impiegati soprattutto in formulazione liquida in quantità tale da impregnare i primi 10-15 cm di spessore del focolaio.

Adulticidi

  • Trattamenti ad azione residua. Vengono effettuati con pompe a pressione costante sulle pareti di fabbricati che costituiscono dei ricoveri per le mosche (capannoni, magazzini, stalle, etc.). Gli insetticidi sono formulati in genere come polveri bagnabili o concentrati emulsionabili. | più usati oggi sono gli esteri fosforici seguiti da carpammati e piretroidi. L’effetto residuo di questi trattamenti può variare da due settimane a due mesi circa. Il periodo di efficacia di una irrorazione murale per un dato composto, dipende da parecchi fattori: la formulazione scelta, il tipo di superficie trattata, l’umidità, l’esposizione alla luce diretta del sole, ecc. Anche la scelta dell’insetticida adatto richiede un’attenzione particolare che tenga conto del costo, della tossici- tà, del tipo di ambiente e della eventuale resistenza delle mosche.
  • Strisce impregnate e metodi simili. La constatazione che le mosche prediligono materiali come corde, strisce e fili appesi sotto un soffitto per passarvi la notte, ha suggerito l’uso di carte o altri mate- riali impregnati di insetticida come misura di controllo. Molti sono i supporti utilizzati: carte, stoffe, corde, cellulosa e plastica. L’impregnazione viene fatta in genere insieme ad uno zucchero che funzioni da attrattivo, ed una colla od un olio che creino una pellicola durevole nel tempo. La quantità di insetticida non deve mai essere eccessiva, per evitare che eserciti una azione repellente. Per l’impregnazione si usano soprattutto esteri fosforici e carbammati. Questa tecnica è particolarmente consigliata per l’impiego in stalle e pollai, e in tutti quegli ambienti dove un trattamento murale possa creare dei problemi. Il metodo è semplice, pratico, ha una notevole durata e riduce il rischio di sviluppare resistenza.
  • Esche tossiche. Questa tecnica è particolarmente consigliata nelle zone dove la presenza delle mosche è limitata; essa consiste nella preparazione di esche solide (granulati a base di zucchero e sabbia O farina di cereali) o liquide ad alto contenuto zuccherino (sciroppi, melasse, ecc.), alle quali viene aggiunta una percentuale di insetticida. Alcune esche contengono anche feromoni che funzionano da attrattivi.
  • Trattamenti spaziali. Le mosche vengono rapidamente abbattute ed uccise da aereosol contenenti soluzioni o emulsioni di insetticida. ll trattamento viene effettuato di solito con apparecchiature portatili a pressione costante. Possiamo dividere questa tecnica in 2 tipi diversi di intervento:
  • Trattamento di esterni. Questo tipo di intervento viene racco- mandato solamente in occasioni particolari legate a problemi di emergenza. Allo scopo vengono utilizzati normali atomizzatori o termonebbiogeni. La tecnica è efficacissima ma non ha alcun effetto duraturo ed immette quantità consistenti di insetticida nell’ambiente. Gli interventi vanno effettuati durante le ore più calde della giornata, quando maggiore è l’attività delle mosche. | principi attivi più efficaci sono le piretrine sinergizzate ed i piretroidi.
  • Trattamento di interni. Anche in questo caso l’impiego è consigliato solo in caso di infestazioni pesanti, per ridurre temporaneamente la densità del vettore. Il trattamento va effettuato al tramonto, quando maggiore è la quantità di mosche all’interno. Gli insetticidi più usati sono esteri fosforici e piretroidi.

Altri metodi di lotta

Lotta biologica

Lotta con mezzi fisici

Opere di prevenzione