Esistono diversi metodi di lotta chimica alle mosche, sia rivolti contro le larve che contro gli adulti. Tutti impiegano insetticidi appartenenti a differenti categorie, quali esteri fosforici, carbammati e derivati di sintesi del piretro.
In teoria il trattamento dei focolai larvali dovrebbe essere il sistema di lotta chimica più logico e più semplice, mentre in pratica presenta numerosi problemi. Innanzitutto, il materiale dei focolai si accumula costantemente e quindi richiede continui trattamenti. Spesso, inoltre, la penetrazione e la distribuzione dell’insetticida nel substrato non avviene in maniera omogenea. Infine l’uso dei larvicidi può favorire un rapido sviluppo della resistenza.
Superato l’uso dei clororganici (DDT, lindano, dieldrina) oggi gli insetticidi adoperati in lotta antilarvale sono soprattutto esteri-fosforici mentre i piretroidi, nonostante sia provata la loro grande efficacia sugli stadi larvali, vengono impiegati soprattutto nella lotta contro le alate per evitare un rapido insorgere della resistenza. In questi ultimi anni ha dato buoni risultati anche l’impiego di regolatori della crescita degli insetti, quali il diflubenzuron e la ciromazina, prodotti a bassa tossicità per l’uomo ed i vertebrati, | più comuni larvicidi vengono impiegati soprattutto in formulazione liquida in quantità tale da impregnare i primi 10-15 cm di spessore del focolaio.
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