La lotta alle termiti è piuttosto ardua. L’identificazione della specie e le relative procedure di intervento devono essere accurate e studiate nel dettaglio perché il rischio di ottenere risultati inefficaci è alto.
(Kalotermes flavicollis – Cryptotermes brevis)
Obiettivo e strategia: l’obiettivo che ci si prefigge è sicuramente l’eliminazione della colonia attraverso l’individuazione del nido e l’eliminazione dei reali.
Lotta chimica: la procedura si basa sostanzialmente nell’impiegare formulati abbattenti/residuali ad effetto ritardato attraverso tecniche quali: spennellatura sulla superficie, ed iniezioni all’interno, della struttura da trattare.
Gas tossici: strategia di lotta che si basa sempre sul controllo chimico. Vengono impiegati gas tossici in tutta la struttura che viene sigillata per evitare fughe di gas.
Calore: attraverso dei macchinari specifici, viene innalzata la temperatura dell’area da trattare fino ad una temperatura definita “critica” grazie alla quale si riescono a controllare tutti gli stadi dell’infestante.
Microonde: tecnica che sfrutta le onde elettromagnetiche per generare calore portando a temperature letali i vari stadi dell’infestante.
Interventi strutturali: dopo la disinfestazione è consigliabile chiudere eventuali vie di accesso ad una possibile recidiva e riparare i danni effettuati dall’infestante.
(Reticulitermes lucifugus – Reticulitermes urbis)
Obiettivo e strategia: l’obiettivo che ci si prefigge è sicuramente l’eliminazione della colonia attraverso una presa di contatto con la colonia e l’eliminazione dei reali.
Lotta chimica: si effettuano dei trattamenti con formulati chimici a basso dosaggio e senza tecnologie repellenti contenenti una sostanza attiva ad effetto ritardato costituendo delle “barriere chimiche”. Queste iniezioni vengono effettuate:
In sinergia con questo approccio vengono utilizzate anche le tecniche di spennellatura ed iniezioni con formulati preservanti
Esche alimentari: è una strategia basata sull’utilizzo di esche alimentari formulati con IGR antichitinizzante con l’obiettivo di prendere contatto con la colonia e “foraggiarla”. Si sfrutta quindi il comportamento attuato dalla termite operaia che con la “trofallassi” nutre gli altri individui della colonia. L’eliminazione della colonia è operata quindi dalle termiti stesse che involontariamente collaborano alla distribuzione del principio attivo.
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