Per lotta biologica si intende l’utilizzo da parte dell’uomo di una interazione negativa tra due specie viventi, una delle quali utile e l’altra dannosa. Significa, letteralmente, combattere un vivente con un altro vivente. L’interazione è “intraspecifica” se intercorre tra organismi della stessa specie, mentre è “interspecifica” se intercorre tra organismi di specie diverse. Se il rapporto interattivo è utile per uno o entrambi gli organismi o le specie interessate, viene definito positivo; se il rapporto è dannoso per l’uno o per entrambi i soggetti viene definito negativo.
La lotta biologica, è un tipico esempio di interazione interspecifica negativa. La competizione tra due organismi in genere, è di grande interesse e viene studiata a fondo come uno dei meccanismi della selezione naturale così da sfruttarla in modo guidato – la lotta biologica appunto – per combattere competitori dannosi all’economia, al benessere ed alla salute dell’uomo.
Nelle applicazioni in campo pratico, sono noti casi clamorosi di risultati positivi, ma anche di disastrosi fallimenti.
In questa sede citiamo un unico caso che ha dato un risultato parzialmente utile, in diverse parti del mondo nella lotta biologica contro la zanzara. Ci riferiamo all’utilizzo di Gambusia affinis (introdotta in Italia attorno agli anni ’20 – lotta alla malaria), vorace pesce predatore di tutte le forme preimmaginali dell’insetto in questione.
Questo pesciolino, dotato di elevata capacità riproduttiva e buona resistenza agli stress da variazioni di temperatura, salinità e contenuto organico dell’acqua, ha spiccate caratteristiche predatorie e fame insaziabile. In acque con vegetazione sommersa non molto fitta e scarse riserve alimentari di microfauna, il pesciolino in questione riesce a svolgere un importante ruolo di contenimento mentre può diventare insufficiente in acque con ricca vegetazione e abbondante microfauna.
La Gambusia è un predatore specifico ma non esclusivo: le abitudini alimentari di ogni specie – predatore o parassita – sono, infatti, rivolte verso una fonte preferita. Se questa viene a mancare, l’individuo si rivolge verso fonti alternative. Di fatto, la Gambusia, finito il cibo elettivo, le larve di zanzara, si nutre di qualsiasi altra forma vivente, facendo il vuoto attorno a sé nella nicchia acquatica ospitante. Pertanto, quanto si è rivelato utile nei riguardi della zanzara, si è rivelato negativo per altre specie. Attualmente l’impiego di Gambusia è stato ammesso, in via eccezionale (Progetto Regione Emilia-Romagna), solo nelle zone turistiche costiere inserite nell’area del delta del Po, nelle vasche di decantazione degli zuccherifici e nelle risaie.
La lotta biologica è quindi un’arma da adoperare con la massima attenzione, per evitare oscillazioni o rotture nei rapporti tra esseri viventi di ogni sistema biologico in equilibrio.
Le prospettive sono tante e addirittura affascinanti. L’entomologia, con l’ingegneria genetica, la fisica, la chimica, la biologia e l’ecologia, stanno aprendo orizzonti davvero interessanti.
Sono altresì incoraggianti altre sofisticate tecnologie – che è più corretto chiamare biotecniche piuttosto che lotte biologiche, già sperimentate e prossime alle fasi di collaudo.
Le tecniche sino ad oggi messe a punto ed impiegate, si discostano però dal vero significato di lotta biologica. Esse, infatti, hanno copiato solo alcuni meccanismi che agiscono in natura tra i viventi: hanno riprodotto sinteticamente sostanze chimiche proprie del metabolismo degli insetti, o sfruttano le proprietà del ciclo biologico di un particolare microrganismo. Alcune di queste tecniche possono essere utilizzate con successo, tenendo conto della qualità del substrato e delle specie da controllare. Tuttavia, da sole non possono ancora considerarsi vincenti, poiché la loro efficacia può essere fortemente limitata dal mutare delle condizioni ambientali. Per avere buone probabilità di successo, si deve utilizzare il meglio di ogni sistema di controllo; tenendo conto delle singole realtà ambientali in cui si deve operare, nel rispetto degli equilibri ecologici.
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